Non ho ancora avuto il piacere di leggere il testo della nuova procedura di mobilità; mi chiedo quali segreti contenga per non essere resa disponibile alle persone che la subiscono.
Da quel poco che trapela, sembra che l'Azienda abbia delineato uno scenario dalle tinte molto fosche, sia per quanto riguarda le prospettive di crescita del mercato IT che delle singole Market Line; mi chiedo allora come mai escano simili articoli Datamanager - Dedagroup risultati 2013 che dipingono una realtà, aziendale e di gruppo, tutt'altro che negativa.
L'Azienda avrebbe, inoltre, dichiarato che le misure adottate fino ad ora (CIGS più mobilità incentivata) non sono state sufficienti al punto da rendere non più differibile la riduzione definitiva degli esuberi pena la sopravvivenza stessa dell'Azienda; se questo è lo scenario delineato, mi fate capire il motivo degli incontri che si sono tenuti e si terranno tra le OO.SS., le RSU e l'Azienda?
Non voglio essere frainteso: sicuramente ritengo legittimo che le parti sociali facciano di tutto per tentare di spostare nel tempo lo spettro dei licenziamenti, mi chiedo solo se qualcuno gli abbia spiegato che i posti di lavoro si salvano (anche solo in parte), non allungando i tempi dell'agonia, ma solo qualora l'Azienda accettasse di trasformare gli esuberi da strutturali in momentanei e, di conseguenza, definisse un percorso di ricollocazione per gli stessi. Un percorso aperto a tutte le opzioni possibili senza escluderne alcuna; a titolo di esempio: riqualificare tramite seri percorsi formativi; ridefinire ruoli, adattare professionalità e compensi alle mutate condizioni; assorbire parte delle persone in altre realtà del Gruppo e non solo in Dedagroup; incentivare realmente (non solo economicamente) chi vuole mettersi in gioco in altre situazioni e potrei continuare ancora per molto.
Il punto centrale che dovremmo capire tutti è che per dialogare bisogna essere in due e io, forse mi sbaglierò, ho come l'impressione che l'Azienda non abbia nessuna voglia di dialogare ma stia solo cercando di prendere tempo. Tempo che le permetterà, come già accaduto lo scorso anno, di portarci esattamente dove ha già deciso senza che le acque si agitino troppo, senza che si alzi troppo fango intorno al nome Dedagroup, se no come farebbero a vincere, anche il prossimo anno, l'ambito riconoscimento Top-Employers per "le condizioni di lavoro offerte ai dipendenti"?
Credo sia giunto il momento che l'Azienda si assuma il coraggio delle proprie decisioni e sia coerente con quello che ha dichiarato: se gli esuberi sono strutturali e, quindi, inevitabili, si imbocchi senza indugi la strada del licenziamento collettivo in linea con le parole del Presidente di Confindustria pronunciate ieri in occasione dell'Assemblea annuale: "abbiamo bisogno di due strumenti: la cassa integrazione, per rispondere alle crisi in cui si possa prevedere un recupero di attività, e l'assicurazione sociale per l'impiego (ASPI) per chi cerca in modo realmente attivo una nuova occupazione".
Credo che dopo il trattamento sin qui ricevuto sia il minimo che ci meritiamo: chiarezza. Purtroppo, sono convinto che, invece, continueranno a prenderci in giro come hanno sempre fatto.
Ovviamente resterò qui, in attesa degli eventi e felicissimo di essere smentito.
venerdì 30 maggio 2014
domenica 4 maggio 2014
Il mio arrivederci agli amici e ai colleghi che sono scesi dalla nave...
"L'opinione che alcuni hanno di te, non deve diventare la tua realtà"
giovedì 1 maggio 2014
"Ancora una volta ho rimasto solo ..." (Don Backy)
Il 30 Aprile, alla fine, è arrivato e un gran numero di colleghi è sceso dalla nave.
Qualcuno, una voce fastidiosa, dirà che è stata una libera scelta, che nessuno li ha obbligati ad accettare. Bene a quel qualcuno dico: se questo ti fa stare più sereno e dormire la notte, allora pensalo pure.
So bene, sappiamo tutti molto bene, che per la maggior parte non si è trattato di una libera scelta. Non mi sento di giudicare le scelte di nessuno, ma in cuor mio ho sperato che in pochi accettassero il ricatto messo in piedi dalla triade Podini, Camisa & Pirola. Riesco a gioire solo per quelli ai quali è riuscito il colpaccio, per gli altri provo umana e sincera compassione (nel senso dell'etimologia latina cum patior - soffro con). Sono stati costretti a barattare il proprio posto di lavoro per quattro soldi e questo non è giusto. Sento già quella voce dire che "la vita non è giusta". A quel qualcuno mi sento di dire: ricordati che le ingiustizie fatte, prima o poi, si pagano, tutte.
Adesso, a noi ultime zavorre, il compito di combattere il secondo round. A chi dice che siamo pochi rispondo: non sottovalutateci siamo pochi vero ma siamo inc....ti e sarà molto più facile mobilitarci.
Questa volta abbiamo il vantaggio di conoscere il nostro avversario e i suoi punti deboli. Fino ad oggi siamo stati (troppo) accondiscendenti con i desiderata dell'Azienda. Credo sia giunta l'ora di farci sentire e combattere per quello che ci spetta.
Forza zavorre, in piedi, la campanella del secondo round è suonata!
Qualcuno, una voce fastidiosa, dirà che è stata una libera scelta, che nessuno li ha obbligati ad accettare. Bene a quel qualcuno dico: se questo ti fa stare più sereno e dormire la notte, allora pensalo pure.
So bene, sappiamo tutti molto bene, che per la maggior parte non si è trattato di una libera scelta. Non mi sento di giudicare le scelte di nessuno, ma in cuor mio ho sperato che in pochi accettassero il ricatto messo in piedi dalla triade Podini, Camisa & Pirola. Riesco a gioire solo per quelli ai quali è riuscito il colpaccio, per gli altri provo umana e sincera compassione (nel senso dell'etimologia latina cum patior - soffro con). Sono stati costretti a barattare il proprio posto di lavoro per quattro soldi e questo non è giusto. Sento già quella voce dire che "la vita non è giusta". A quel qualcuno mi sento di dire: ricordati che le ingiustizie fatte, prima o poi, si pagano, tutte.
Adesso, a noi ultime zavorre, il compito di combattere il secondo round. A chi dice che siamo pochi rispondo: non sottovalutateci siamo pochi vero ma siamo inc....ti e sarà molto più facile mobilitarci.
Questa volta abbiamo il vantaggio di conoscere il nostro avversario e i suoi punti deboli. Fino ad oggi siamo stati (troppo) accondiscendenti con i desiderata dell'Azienda. Credo sia giunta l'ora di farci sentire e combattere per quello che ci spetta.
Forza zavorre, in piedi, la campanella del secondo round è suonata!
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