Un anno fa si aspettò che le festività fossero passate per dare il via ai tagli; quest'anno, invece, si è ritenuto opportuno continuare ad aprire le porte della CIGS per qualche fortunato collega anche a ridosso delle festività. E' evidente che l'etica di Dedagroup fa differenze tra dipendente e dipendente. Ai dirigenti, alla fine, fu concesso almeno un trattamento economico dignitoso a noi neanche quello ma già, noi siamo solo semplici zavorre da buttare a mare!
Cosa dire...purtroppo abbiamo capito da tempo che niente di buono potrà mai arrivare da questo management e oramai non ci meravigliamo più di nulla. Siamo preparati per il peggio.
Nonostante un clima che oggettivamente è difficile definire natalizio, riesco solo a provare profonda pena per chi non perde occasione per continuare a compiere azioni così poco degne di rispetto.
Dott. Podini, Avv. Camisa, Ing. Pirola a tutti Voi e alle Vostre famiglie giungano i miei più sinceri auguri di buone feste con preghiera di estenderli a tutto il management di DDway.
martedì 24 dicembre 2013
domenica 1 dicembre 2013
Siamo uomini liberi o schiavi?
"Come puoi chiamarti un uomo libero quando la tua debolezza ti ha portato a questo? Se un uomo indipendentemente dalla sua nascita possiede l'anima dello schiavo non cercherà forse di diventarlo, così come l'acqua cerca il suo livello? Se un uomo possiede l'anima dell'uomo libero, non si farà forse rispettare ed onorare nella sua città nonostante le sue sventure?"
(da "L'uomo più ricco di Babilonia" di George S. Clason)
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mercoledì 13 novembre 2013
"A volte ascoltare è più difficile che parlare" (G. Camisa)
Venerdì scorso ho deciso di essere presente alla tappa romana del tour dell'AD di Dedagroup e di DDway, Gianni Camisa; di certo non perché fossi ansioso di sentire il verbo illuminato (già noto in larga parte per le anticipazioni avute dalle altre sedi) ma perché ho ritenuto che ogni occasione che ci viene data per approfondire la conoscenza del nuovo che avanza vada sfruttata. Devo ammettere che le mie aspettative non sono andate deluse e, per la prima volta dopo undici mesi, ho potuto toccare con mano cosa ci sia realmente dietro tante belle parole. Ho assistito, infatti, ad una bellissima rappresentazione teatrale, un monologo in cui l'unico attore presente sulla scena, attingendo a tutto il meglio del suo repertorio, ha provato a rafforzare l'immagine sana e vincente del gruppo dirigenziale da lui capitanato. Bisogna riconoscere che ci ha messo tutto il suo impegno e ci sarebbe anche riuscito se, una domanda inopportuna, proprio da parte di una di quelle zavorre che nessuno avrebbe voluto fossero li, ha rovinato lo spettacolo. Mentre ascoltava la piccola zavorra parlare, il grande attore ha avuto un sussulto, un attimo di indecisione, ha messo da parte il copione ed è partito all'attacco con tale e tanta veemenza (questa sì inopportuna) che la maschera si è spostata mostrando, a chi ha voluto vederlo, il suo vero volto.
La battaglia per il riconoscimento del nostro diritto ad essere trattati degnamente sarà lunga e dura ma siamo preparati e, ora che conosciamo il vero volto del nemico, tutto sarà più facile.
La battaglia per il riconoscimento del nostro diritto ad essere trattati degnamente sarà lunga e dura ma siamo preparati e, ora che conosciamo il vero volto del nemico, tutto sarà più facile.
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mercoledì 23 ottobre 2013
Alimentiamo il nostro sogno
"Bruciare i sogni é il segreto per abbattere definitivamente i propri nemici, perché non trovino più la forza di rialzarsi e ricominciare. Se non permetti alle persone di sognare, le rendi schiave. E io, saccheggiatore di città, adesso ho bisogno di schiavi, per regnare tranquillo e indisturbato. Questa é la distruzione più crudele."
(da "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di A. D'Avenia)
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domenica 15 settembre 2013
L'arrabbiatura si è trasformata
La voglia di chiudere con tutto e con tutti era forte.
La rabbia, con il passare dei giorni, ha lasciato il posto ad un forte disagio interiore.
Razionalmente erano tanti i motivi per cui avrei dovuto accettare l'offerta dell'Azienda, ma la pancia mi diceva che c'era qualcosa che non andava.
Ad un tratto mi è tornato in mente un passo di un libro letto tanti anni fa e ho preso la decisione.
"Io non sono nato per essere costretto.
Respirerò liberamente.
Vedremo chi è il più forte."
(da "Uomini non sudditi" di H.D. Thoreau)
La rabbia, con il passare dei giorni, ha lasciato il posto ad un forte disagio interiore.
Razionalmente erano tanti i motivi per cui avrei dovuto accettare l'offerta dell'Azienda, ma la pancia mi diceva che c'era qualcosa che non andava.
Ad un tratto mi è tornato in mente un passo di un libro letto tanti anni fa e ho preso la decisione.
"Io non sono nato per essere costretto.
Respirerò liberamente.
Vedremo chi è il più forte."
(da "Uomini non sudditi" di H.D. Thoreau)
giovedì 1 agosto 2013
sabato 27 luglio 2013
Alea iacta est
Le assemblee dei lavoratori si sono espresse e il Ministero del Lavoro ha ratificato: l'Azienda può far partire le lettere di CIGS (ad alcuni sono già state consegnate).
L'Azienda ha fatto le sue scelte, adesso tocca a noi zavorre accettare la situazione e recidere il filo sottile che ancora ci tiene legati alla nave o resistere un anno e vedere cosa succederà.
Per quanto mi riguarda non è ancora il momento delle decisioni, non sono nelle condizioni migliori per poterle prendere ora: sono molto arrabbiato!
Sono arrabbiato con l'Avv. Camisa che, seppur attore principale, non è il vero protagonista di questa tragedia. Sicuramente ha le sue responsabilità: a dispetto delle rassicurazioni profuse i primi di Dicembre sull'equità delle azioni che avrebbe messo in campo ora ammette che si tratta di un passo "... che porterà fuori dal perimetro aziendale molti colleghi, anche meritevoli". Grazie Avvocato, dopo anni di oblio da parte di quel management che nel frattempo accumulava perdite su perdite e che Lei ha provveduto a tutelare, è proprio questa l'equità che sognavamo. Grazie!!!
Ma le più grandi responsabilità sono da ricercarsi altrove. Io sono arrabbiato con quella 'politica' che ha permesso a questo modo di fare impresa di affermarsi e prosperare fino a diventare l'unico modello valido. E' la politica che, non appena venuta a conoscenza dell'esistenza dell'ennesimo bottino da spartirsi, si è messa in mezzo e ha pilotato l'operazione e i tanti soldi verso la Dedagroup e la famiglia Podini consapevole ma incurante di mettere in mezzo alla strada centinaia di famiglie. Niente paura è così che va il mondo oggi, è solo il prezzo che altri devono pagare affinché i soliti noti possano continuare a prosperare. In Italia niente accade senza quella che alcuni chiamano consenso ma che io preferisco chiamare connivenza; è li che vanno ricercate le vere colpe.
Le tragedie greche terminavano sempre con il protagonista che doveva scegliere tra due alternative entrambe dolorose e sconvolgenti, raramente si concludevano con un lieto fine. Alcuni di noi sono stati già messi davanti al momento della scelta dolorosa e sconvolgente. Tra le tante mi resta la curiosità di capire se a quelli che sono stati risparmiati sarà riservato un lieto fine o anche per loro sarà solo questione di tempo.
L'Azienda ha fatto le sue scelte, adesso tocca a noi zavorre accettare la situazione e recidere il filo sottile che ancora ci tiene legati alla nave o resistere un anno e vedere cosa succederà.
Per quanto mi riguarda non è ancora il momento delle decisioni, non sono nelle condizioni migliori per poterle prendere ora: sono molto arrabbiato!
Sono arrabbiato con l'Avv. Camisa che, seppur attore principale, non è il vero protagonista di questa tragedia. Sicuramente ha le sue responsabilità: a dispetto delle rassicurazioni profuse i primi di Dicembre sull'equità delle azioni che avrebbe messo in campo ora ammette che si tratta di un passo "... che porterà fuori dal perimetro aziendale molti colleghi, anche meritevoli". Grazie Avvocato, dopo anni di oblio da parte di quel management che nel frattempo accumulava perdite su perdite e che Lei ha provveduto a tutelare, è proprio questa l'equità che sognavamo. Grazie!!!
Ma le più grandi responsabilità sono da ricercarsi altrove. Io sono arrabbiato con quella 'politica' che ha permesso a questo modo di fare impresa di affermarsi e prosperare fino a diventare l'unico modello valido. E' la politica che, non appena venuta a conoscenza dell'esistenza dell'ennesimo bottino da spartirsi, si è messa in mezzo e ha pilotato l'operazione e i tanti soldi verso la Dedagroup e la famiglia Podini consapevole ma incurante di mettere in mezzo alla strada centinaia di famiglie. Niente paura è così che va il mondo oggi, è solo il prezzo che altri devono pagare affinché i soliti noti possano continuare a prosperare. In Italia niente accade senza quella che alcuni chiamano consenso ma che io preferisco chiamare connivenza; è li che vanno ricercate le vere colpe.
Le tragedie greche terminavano sempre con il protagonista che doveva scegliere tra due alternative entrambe dolorose e sconvolgenti, raramente si concludevano con un lieto fine. Alcuni di noi sono stati già messi davanti al momento della scelta dolorosa e sconvolgente. Tra le tante mi resta la curiosità di capire se a quelli che sono stati risparmiati sarà riservato un lieto fine o anche per loro sarà solo questione di tempo.
domenica 21 luglio 2013
19 Luglio 2013: i doni sono arrivati
Riconosco all'Azienda di essersi comportata con coerenza dall'inizio alla fine della trattativa e di aver ottenuto quello che voleva: 275 persone sono zavorra e come tale saranno trattate: SCARICATE il prima possibile. Nessuno spazio a sentimentalismi o debolezze o si rischia che la barca affondi.
Sinceramente non so dire se, impostando la trattativa in maniera diversa, avremmo potuto ottenere di più. Probabilmente l'unico atteggiamento sensato sarebbe stato rigettare con forza il teorema delle 294 zavorre con scioperi, manifestazioni sotto le sedi dei Clienti e blocco dell'Azienda. Sarebbe stata un tipo di lotta senza ritorno ma c'erano le condizioni? Non lo sapremo mai.
La parola passa ora alle assemblee alle quali spetta il difficile compito di decidere se dire si o, dicendo no, dare via libera ai licenziamenti.
Dal mio punto di vista, comunque andrà sarà una sconfitta.
Era chiaro sin dall'inizio, da quando CSC ha regalato a Dedagroup persone, attività e fatturati e in cima alla torta ha messo una ciliegina da oltre 26 milioni di euro. Avendo ora una stima ragionevole di quanto sarà devoluto alle zavorre, ricaviamo che Dedagroup si terrà per sé circa 11 milioni di euro pari al 10% del fatturato che faceva ante acquisizione.
Vista la facilità con cui le aziende riescono a reperire denaro fresco in questo particolare periodo storico, direi well done Mr. Camisa!!!
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sabato 13 luglio 2013
15 Luglio 2013: timeo danaos ut dona ferentes
Lunedi 15 Luglio, quando saremo giunti al 66esimo dei 75 giorni previsti dalla legge, le OO.SS. e le RSU saranno ricevute al Ministero del Lavoro per cercare di trovare un accordo sui 294 licenziamenti richiesti dalla DDway.
Mi sento di invitare tutti a prestare la massima attenzione ai "doni" che riceveremo.
Mi sento di invitare tutti a prestare la massima attenzione ai "doni" che riceveremo.
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domenica 7 luglio 2013
5 Luglio 2013 Manifestazione presso la DDway: c'erano forse alternative?
A mio parere si, c'erano e ci sarebbero ancora alternative se solo ci fosse una vera volontà di parlarsi da parte di tutti. Invece, per una serie di motivi, tutti sono fermi sulle proprie posizioni.
A chi giovi tutto questo non è dato sapersi (al momento).
Intervista rilasciata dall'On. Marco Miccoli dopo la manifestazione: http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20130705-lavoro-miccoli-pd-ddway-mostri-responsabilita-verso-lavoratori
Servizio del TG3 Regionale sulla manifestazione: http://www.youtube.com/watch?v=xxqegNwmX24&feature=youtu.be
A chi giovi tutto questo non è dato sapersi (al momento).
Intervista rilasciata dall'On. Marco Miccoli dopo la manifestazione: http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20130705-lavoro-miccoli-pd-ddway-mostri-responsabilita-verso-lavoratori
Servizio del TG3 Regionale sulla manifestazione: http://www.youtube.com/watch?v=xxqegNwmX24&feature=youtu.be
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giovedì 4 luglio 2013
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina
CSC nel 2012 ha dato a Mediobanca l'incarico di gestire la "vendita" della gran parte delle attività italiane di CSC. Dopo un primo maldestro tentativo verso Solgenia (sul quale nessuno ha mai fornito le reali motivazioni) bloccato a fine Luglio 2012 da una interrogazione parlamentare a firma On. Pier Paolo Baretta, Mediobanca ha individuato in Dedagroup ICT Network il partner giusto. Il 30 Novembre 2012 la trattativa si è conclusa e Dedagroup ha potuto così incassare oltre 26M€ che, vista la scarsa propensione delle banche a prestare denaro e la contemporanea difficile situazione economica e del mercato ICT, rappresentano di certo una salutare boccata di ossigeno. Su come saranno impiegati questi soldi torneremo in seguito.
Intanto è di pochi giorni fa la notizia che il nuovo A.D. di CSC Italia è Vincenzo Pagliaro che fino a pochi giorni fa prestava la sua opera proprio in Mediobanca. Già, direte voi, gli strani casi della vita :-)
Intanto è di pochi giorni fa la notizia che il nuovo A.D. di CSC Italia è Vincenzo Pagliaro che fino a pochi giorni fa prestava la sua opera proprio in Mediobanca. Già, direte voi, gli strani casi della vita :-)
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Alla fiera der Tufello...
A metà degli anni '90, Latte e i Suoi Derivati, facendo la parodia ad una famosa canzone di Angelo Branduardi, cantavano...
La canzone proseguiva elencando una lunga lista di personaggi, tipici dell'immaginario romanesco, tutti poco raccomandabili, che davano prova delle loro indiscusse capacità di adattamento al mercato.
Cosa c'entra con la richiesta di 294 licenziamenti? A mio parere c'entra perché, nel corso degli anni il mercato ICT in Italia, e a Roma in particolare, si è via via trasformato da volano dell'economia a una fiera di paese in mano a personaggi che, sempre quelli da anni, hanno progressivamente abbandonato, se mai l'hanno avuta, la sana logica imprenditoriale per abbracciare quella fredda dei numeri.
Le conseguenze sono oramai sotto gli occhi di tutti: poche realtà controllano il mercato e tutti gli altri lavorano in sub (sub sub ...) fornitura preoccupandosi solo di far quadrare i conti senza alcun interesse per la crescita e lo sviluppo delle persone, anzi. Le professionalità e le competenze costruite con anni e anni di lavoro, improvvisamente, non servono più e sono, quindi, zavorra da eliminare.
Torniamo a DDway. Nel 1994 (anno di uscita della canzone), nel mercato ICT italiano operavano diverse Aziende che erano ancora ignare del destino che le attendeva. Tra queste primarie realtà nazionali c'erano Progres, InfoSer e Informatica. Verso la fine degli anni '90 la multinazionale americana CSC Computer Sciences Corporation inaugura la stagione delle acquisizioni comprando le sopra citate aziende aggiungendo così l'Italia tra i paesi in cui è presente.
Negli anni seguenti altre aziende si aggiungeranno alla lista della spesa sino a quando, come spesso accade, nel 2012, da parte compratrice, CSC diventa la parte venditrice o per meglio dire la parte che regala; CSC è disposta a pagare perché qualcuno rilevi le sue attività. Ecco che allora tra le pretendenti spunta Dedagroup ICT Network, società trentina che negli anni ha raccolto sotto il suo ombrello una dozzina di aziende, che, con la benedizione di Mediobanca, si offre di rilevare le attività e le persone di CSC Italia. Al contrario di quanto di solito accade, invece che pagare di tasca propria, Dedagroup riceve un compenso pari a più del 20% del fatturato del Gruppo alla data. Dedagroup, senza colpo ferire, intasca così una liquidità stratosferica pari a 26,5M€ che sarebbe stata impossibile da reperire ricorrendo ai canali istituzionali. Diventa così una realtà da 1700 persone e poco meno di 200M€ di fatturato rispetto alle 700 persone e i 118M€ che vantava prima dell'acquisizione.
E' veramente un bel colpo quello che la famiglia Podini mette a segno. Peccato che per gli ex-dipendenti CSC siano già pronte misure drastiche.
Crediamo sia lecito chiedersi cosa ci sia dietro tutta questa manovra. Dedagroup, nelle persone di Marco Podini e Gianni Camisa, si ostinano a ripetere che, a supporto di questa operazione, c'è un piano industriale che contiene tagli ma anche investimenti, piani di crescita e sviluppo delle persone. Ma sarà tutto vero? Fino ad oggi abbiamo assistito solamente alla conferma del vecchio management CSC che tanto bene aveva fatto nel passato da meritarsi conferme, premi e promozioni, al licenziamento di una ventina di dirigenti e al prossimo licenziamento di 294 lavoratori. Il resto? Solo belle parole.
"Alla fiera der Tufello pe' du' scudi er Patata la madre scippò"
La canzone proseguiva elencando una lunga lista di personaggi, tipici dell'immaginario romanesco, tutti poco raccomandabili, che davano prova delle loro indiscusse capacità di adattamento al mercato.
Cosa c'entra con la richiesta di 294 licenziamenti? A mio parere c'entra perché, nel corso degli anni il mercato ICT in Italia, e a Roma in particolare, si è via via trasformato da volano dell'economia a una fiera di paese in mano a personaggi che, sempre quelli da anni, hanno progressivamente abbandonato, se mai l'hanno avuta, la sana logica imprenditoriale per abbracciare quella fredda dei numeri.
Le conseguenze sono oramai sotto gli occhi di tutti: poche realtà controllano il mercato e tutti gli altri lavorano in sub (sub sub ...) fornitura preoccupandosi solo di far quadrare i conti senza alcun interesse per la crescita e lo sviluppo delle persone, anzi. Le professionalità e le competenze costruite con anni e anni di lavoro, improvvisamente, non servono più e sono, quindi, zavorra da eliminare.
Torniamo a DDway. Nel 1994 (anno di uscita della canzone), nel mercato ICT italiano operavano diverse Aziende che erano ancora ignare del destino che le attendeva. Tra queste primarie realtà nazionali c'erano Progres, InfoSer e Informatica. Verso la fine degli anni '90 la multinazionale americana CSC Computer Sciences Corporation inaugura la stagione delle acquisizioni comprando le sopra citate aziende aggiungendo così l'Italia tra i paesi in cui è presente.
Negli anni seguenti altre aziende si aggiungeranno alla lista della spesa sino a quando, come spesso accade, nel 2012, da parte compratrice, CSC diventa la parte venditrice o per meglio dire la parte che regala; CSC è disposta a pagare perché qualcuno rilevi le sue attività. Ecco che allora tra le pretendenti spunta Dedagroup ICT Network, società trentina che negli anni ha raccolto sotto il suo ombrello una dozzina di aziende, che, con la benedizione di Mediobanca, si offre di rilevare le attività e le persone di CSC Italia. Al contrario di quanto di solito accade, invece che pagare di tasca propria, Dedagroup riceve un compenso pari a più del 20% del fatturato del Gruppo alla data. Dedagroup, senza colpo ferire, intasca così una liquidità stratosferica pari a 26,5M€ che sarebbe stata impossibile da reperire ricorrendo ai canali istituzionali. Diventa così una realtà da 1700 persone e poco meno di 200M€ di fatturato rispetto alle 700 persone e i 118M€ che vantava prima dell'acquisizione.
E' veramente un bel colpo quello che la famiglia Podini mette a segno. Peccato che per gli ex-dipendenti CSC siano già pronte misure drastiche.
Crediamo sia lecito chiedersi cosa ci sia dietro tutta questa manovra. Dedagroup, nelle persone di Marco Podini e Gianni Camisa, si ostinano a ripetere che, a supporto di questa operazione, c'è un piano industriale che contiene tagli ma anche investimenti, piani di crescita e sviluppo delle persone. Ma sarà tutto vero? Fino ad oggi abbiamo assistito solamente alla conferma del vecchio management CSC che tanto bene aveva fatto nel passato da meritarsi conferme, premi e promozioni, al licenziamento di una ventina di dirigenti e al prossimo licenziamento di 294 lavoratori. Il resto? Solo belle parole.
mercoledì 3 luglio 2013
Milano, 30 Novembre 2012 ore 20.37
Il titolo del post fa riferimento al momento esatto in cui abbiamo avuto conferma di essere stati venduti alla Dedagroup. La CSC Corporation, in quella data, ha, infatti, ceduto le quote di CSC Italia SRL a Dedagroup SPA (85%) e a Sinergis SRL (15%). Tecnicamente non si è trattato di una cessione di ramo d'azienda ma di un cambio di proprietà che ha riguardato quasi 1000 lavoratori di CSC Italia. Siamo stati catapultati, in un attimo, da dipendenti di una tra le prime realtà operanti nel mercato mondiale dell'ICT che contava oltre 90.000 dipendenti, a una realtà italiana fortemente localizzata nel Trentino con poco più di 700 dipendenti. Come accade in queste situazioni, cambiamo nome e dal 1 Dicembre ci chiamiamo DDway.
Passano pochi giorni e i primi di Dicembre, l'Avv. Camisa, incontrando i dipendenti, fa capire chiaramente che sarà necessario procedere con una profonda ristrutturazione per liberare l'Azienda della zavorra.
Il 21 Marzo, in occasione della inaugurazione del nuovo anno, sul Lago di Garda, in un memorabile discorso, Marco Podini (Presidente di Dedagroup ICT Network) annuncia ufficialmente che la zavorra sarà lasciata a terra ... "Voglio però che tutti sappiate quanto doloroso è stato prendere questa decisione e che a questi nostri compagni di avventura che rimarranno a terra va certamente la nostra attenzione e il nostro ringraziamento" (ndr - segue applauso dei presenti).
Arriviamo al 2 Maggio e, ancor prima di terminare le 9 settimane di CIGO, le risultanze di un fantomatico piano industriale identificano le 294 zavorre da lasciare a terra.
La data prevista per lo smaltimento è il 24 Luglio 2013, termine del periodo che la legge mette a disposizione all'Azienda e alle Organizzazioni Sindacali per trovare un accordo. Alla data, tutto ci fa ritenere che, stante la posizione di completa chiusura tenuta dall'Azienda, nessun accordo sarà trovato.
In qualità di zavorra, consapevole della grave situazione economica che il settore ICT sta vivendo, mi auguro di essere smentito e di poter raccontare di una proprietà illuminata che è riuscita a coniugare il (giusto) profitto con la responsabilità sociale che ogni Azienda, per chiamarsi tale, dovrebbe mostrare con fatti concreti.
Passano pochi giorni e i primi di Dicembre, l'Avv. Camisa, incontrando i dipendenti, fa capire chiaramente che sarà necessario procedere con una profonda ristrutturazione per liberare l'Azienda della zavorra.
Il 21 Marzo, in occasione della inaugurazione del nuovo anno, sul Lago di Garda, in un memorabile discorso, Marco Podini (Presidente di Dedagroup ICT Network) annuncia ufficialmente che la zavorra sarà lasciata a terra ... "Voglio però che tutti sappiate quanto doloroso è stato prendere questa decisione e che a questi nostri compagni di avventura che rimarranno a terra va certamente la nostra attenzione e il nostro ringraziamento" (ndr - segue applauso dei presenti).
Arriviamo al 2 Maggio e, ancor prima di terminare le 9 settimane di CIGO, le risultanze di un fantomatico piano industriale identificano le 294 zavorre da lasciare a terra.
La data prevista per lo smaltimento è il 24 Luglio 2013, termine del periodo che la legge mette a disposizione all'Azienda e alle Organizzazioni Sindacali per trovare un accordo. Alla data, tutto ci fa ritenere che, stante la posizione di completa chiusura tenuta dall'Azienda, nessun accordo sarà trovato.
In qualità di zavorra, consapevole della grave situazione economica che il settore ICT sta vivendo, mi auguro di essere smentito e di poter raccontare di una proprietà illuminata che è riuscita a coniugare il (giusto) profitto con la responsabilità sociale che ogni Azienda, per chiamarsi tale, dovrebbe mostrare con fatti concreti.
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